Cosa non si può scaricare nel regime forfettario:
First reaction: “Shock!”
È esattamente questa l’espressione dei nostri clienti quanto alla domanda: “Cosa posso scaricare dalla mia partita Iva?” rispondiamo sommessamente “quasi NIENTE!”
Dopo lo shock iniziale però è bene dare delle risposte e delle spiegazioni più approfondite, certo è che per poter dare una risposta alla domanda occorre però fare un piccolo passo indietro:
Come sappiamo Il regime forfettario è un regime molto vantaggioso per chi vuole aprire la partita iva e la sua peculiarità consiste nell’applicazione di una percentuale di tassazione del 15%, o addirittura del 5% per le start up, sul reddito prodotto, che ovviamente rende quindi questo regime fiscale nettamente più conveniente rispetto ad un sistema ordinario che prevede un sistema di tassazione IRPEF con diverse aliquote che partono dal 23%!
Scaricare le spese mediche per regime forfettario: è possibile?:
Come sappiamo uno degli elementi caratterizzanti del regime forfettario è l’applicazione di un’imposta sostitutiva che sostituisce in toto la tassazione I.R.P.E.F con i relativi scaglioni di pagamento. Come noto, i contribuenti che utilizzano come regime fiscale quello con la determinazione forfettaria del reddito, non possono godere delle detrazioni ordinarie, in sede dichiarazione dei redditi annuale. E’ evidente quindi che, così come le altre spese detraibili, anche quelle sanitarie, per intenderci scontrini delle farmacie e le fatture del dentista non possono essere portare in detrazioni e quindi non possono essere “scontate” sulle tue tasse.

Come vengono calcolate le tasse nel regime forfettario (ndr qui è utile spiegare perché nel forfettario non si possa scaricare nulla):
Per comprendere come funziona la tassazione nel regime forfettario occorre fare un semplice esempio. Consideriamo un semplice professionista con coefficiente di redditività: 78%
Contributi previdenziali: 3.500€
Incassato: 20.000€
Moltiplichiamo l’incassato per il coefficiente di redditività e si ottiene il reddito netto.
Reddito netto: 20.000€*78%=15.600€
Imponibile: 15.600 – 3.500 = 12.100 euro
Tassazione al 5% (per i primi 5 anni di attività) = 12.100 x 5% = 605 euro di saldo d’imposta + I acconto 303 euro + II acconto 303 euro
Totale Tassazione = 605+303+303 = 1.210 euro
nb: i due acconti versati fungeranno da credito nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo e questo consentirà di ridurre la futura tassazione
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Che cos’è e come funziona il coefficiente di redditività:
Ma quindi, se la tassa è piatta, perché si chiama Forfettario?
Ecco il perché di questa denominazione: Ciò che rende “forfettario” questo regime sono i cosiddetti “coefficienti di redditività” che determineranno per l’appunto forfettariamente i costi della singola attività economica.
A tal proposito il legislatore ha previsto delle sostanziali differenze tra i diversi codici ateco, proprio in base alle attività svolte, per determinare forfettariamente i costi.
Ad esempio un libero professionista determinerà il proprio reddito sulla base di un coefficiente pari al 78% mentre un piccolo elettricista lo determinerà sull’86%

Un esempio su come calcolare la base imponibile per le tasse:
Ipotizziamo che tu sia un giovane avvocato forfettario e che nel corso dell’anno tu abbia ricevuto compensi per 10.000,00 Euro e che nello stesso anno tua abbia pagato alla tua cassa di previdenza, la cassa forense, contributi soggettivi per 1.500,00 euro.
Per poter ora calcolare la base imponibile occorre anzitutto applicare il “coefficiente di redditività” ai tuoi compensi:
10.000,00 * 78%= 7.800,00
A questo importo potremmo ora dedurre i contributi versati:
7.800,00- 1.500= 6.300
Questa sarà la base imponibile sulla quale applicare l’imposta sostitutiva del regime forfettario, (in questo caso ipotizziamo quella del 5% in quanto nuova attività)
6.300,00*5%= 315,00 euro
Questo è quanto pagherà il nostro giovane legale per la sua attività professionale al quale aggiungere poi l’acconto per l’annualità successiva pari al saldo versato.
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FAQ su regime forfettario e spese deducibili:
Il legislatore ha previsto per chi adotta il regime forfettario, la possibilità di dedurre dal reddito imponibile i contributi pagati nel corso dell’anno d’imposta
Per poter ora calcolare la base imponibile occorre anzitutto applicare il “coefficiente di redditività” ai tuoi compensi:
10.000,00 * 78%= 7.800,00
A questo importo potremmo ora dedurre i contributi versati:
7.800,00*26,23%: Tot. 2.045,94 Euro.
L’avvio di una nuova attività economica è inoltre anche possibile qualora tua sia dipendente, purché la tua RAL annuale non sia superiore ad € 30.000,00.
Tale forfettizzazione implica quindi significa che tutti i costi che sostieni (la carta per la stampante del professionista, o la matassa di cavo per l’elettricista) non potrai dedurli dal tuo fatturato.
Come detto poc’anzi i costi forfettari sono calcolati in base a delle percentuali chiamate “coefficienti di redditività” e sono diverse in base al tipo di attività che svolgi identificato attraverso il codice ateco.
Da ciò è di facile intuizione che inquadrare correttamente il proprio codice ateco in sede di avvio della nuova attività risulta essenziale per calcolare correttamente il proprio coefficiente di costi.
Se hai bisogno di chiarimenti puoi contattarci gratuitamente per richiedere un appuntamento. Ti basta compilare il form qui sotto oppure nella pagina “contatti” del sito, saremo felici di rispondere a tutte le tue domande sul…regime forfettario!
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Matteo e Giovanni